Pagina:Dell'obbedienza del cavallo.pdf/132

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104 Parte

co fermo lo faccia muovere dalla guida, ma adagio adagio di passo; e se impauritosi tenta di saltare, la guida lo tenga fermo, e glie lo impedisca con tenerli la testa alta, ed esso di sopra lo acquieti sempre con voce lusinghevole, li faccia carezze, e poi lo rimuova due passi; e se torna a voler saltare, la guida torni a impedirglielo con tenerlo fermo, egli torni a farli le solite carezze, indi salti a terra, vada alla volta sua per riaccarezzarlo, lo riconduca al montatore, e dopo fatta la solita vista di montarlo la guida se lo conduca via come ha fatto le altre volte, e seguiti così fino a tanto che non si sia ridotto a portar l’uomo con quiete, e senza suggezione.

Può allora cambiarsi la Bardella in una sella perchè lo Scozzone possa prevalersi delle staffe, e la guida può andare allentando a poco a poco la sua tenuta, tanto che il medesimo possa da se regolare con le sue chiamate il Polledro, senza abbandonare il metodo fin qui tenuto di pararlo spesso per farli carezze.

Terminata la lezione, scenda con l’ajuto della staffa adagio adagio, perchè non pigli sospetto di questa novità, e se sta fermo li faccia carezze e io rimandi in stalla, e se ha fatto qualche spaglio non lo lasci prima d’averlo sincerato, e rimesso in quiete; la mattina dopo sceso che sia, e fatte che gli abbia le solite carezze,


rimet-