Pagina:Dell'obbedienza del cavallo.pdf/157

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Seconda. 129

ammesso) tutti gl’inconvenienti che in esse accadono.

Due cose è obbligato a fare il Polledro, quando si vuole intirizzire per difendersi, e sottrarsi dall’obbedienza: alzare il capo, e a stendere il collo; quindi è che obbligato a tenere il capo basso, e a tenere il collo piegato, vien reso incapace ed impossibilitato di potersi prevalere di tal difesa; la Camarra s’oppone alla prima, ed il vento infilato nell’anello ch’è fermato lateralmente nella cigna maestra, cagiona la piega del collo; armato così il Polledro non può alzare il capo, nè stendere il collo, e per conseguenza non potendosi intirizzire gli è forza d’agire con le anche piegate e sciolte, a seconda che richiede l’azione da eseguirsi.

Rilevasi da tutto questo, che la facoltà del Cavallerizzo si ristringe solo alla scelta delle operazioni che l’arte li suggerisce, e al dover farsi, che la Camarra sia appuntata a quel segno che impedisca solo alla testa la difesa, senza toglierli la libertà di poter prendere quella positura che conviene all’azione, e che il vento infilato nell’anello laterale della cigna sia tenuto in mano con tal destrezza, che impedisca con la sua resistenza l’abbandono della piega al collo, sol quando il Polledro tenta di stenderlo, e lo lasci in piena libertà di agire, come se non fosse tenuto, allorchè senza cercare di sottrarsene, conserva la positura in cui deve tenerlo.


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