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138 Parte

gno, è d’uopo farli eseguire le solite lezioni anche con l’uomo addosso.

E per ciò fare, si aggiunga alla briglia due ventini lunghi circa a due terzi di braccio, bucati come li staffili, perchè si possano allungare, e scorciare secondo il bisogno; si attacchino questi alle campanelle della seghetta, e fatti passare tra le due catenelle, che tengono insieme le aste della briglia, si fermino alli stessi anelli delle aste, ed alle istesse fibbie delle Redini della medesima briglia, dove esse sono attaccate, tiranti a quel segno, che si possano unire con le redini della briglia a produrre nell’istesso tempo l’effetto medesimo nella seghetta, ch’esse producono nel morso, e barbazzale, e ciò perchè il Polledro senta nell’istesso punto alla bocca e al naso l’opera loro, dandoli la mano l’un l’altro; tolto poi il vento lungo dalle redini della briglia, si diano queste all’ajutante che deve montare a Cavallo, perchè tenendone una per mano, possa con esse regolare le azioni del Polledro, come faceva il Cavallerizzo da terra con i venti lunghi; e perchè da una tal novità di chiamata (che deve esser fatta con l’istesso metodo prescritto sopra, perchè il Polledro possa dare esecuzione da se alle azioni) non venga il Polledro confuso ed imbarazzato, continui il Cavallerizzo per qualche mattina a regolarlo egli stesso da terra con i due venti lunghi, tanto che s’assuefaccia ad ese-


guire