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Seconda. 155

re il Polledro all’azione, e fare ad esso apprendere l’esecuzione delle operazioni d’aria, come sono la Corvetta, ed i salti, tutte di moto vibrato, delle quali non ho avuto luogo di parlare nel Capitolo antecedente, per appartenersi queste al Cavallo di scuola, e di Maneggio.

Si fa intendere la posata al Polledro con batterli la spalla con un bacchettone nel tempo istesso, che si chiama ad eseguirla con la voce replicata ah ah ahp; ed intesa che l’abbia con la sola voce, accompagnata col cenno del bacchettone, quando non corrisponda alla sola voce, o non corrisponda nè all’una nè all’altro, convien ricorrere al pungicarello, ch’è un asta lunga maneggiabile con una punta di ferro in cima, o solo appuntata perchè non gli cagioni tanta impressione, bastando che sia capace di pungere come fa lo sprone, avvengnachè questo sia più adattato per lo sparo dei calci, che per la posata; e quando ciò non basti bisogna ricorrere ai pilieri, tanto che l’abbia intesa, e lì farli la solita chiamata con l’aggiunta della battuta in terra del frustone per farli paura, ed obbligarlo a far la ripresa necessaria per sollevar la spalla; e se s’ostina nella disobbedienza, conviene devenire al castigo per farlo obbedire per forza; le prime volte però, basta che dia segno d’obbedienza per farli carezze, e rimandarlo in stalla; che in poche mattine ca-


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