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Seconda. 157

egli legato con tal proporzione, che possa sollevar la spalla senza impedimento, ma nell’istesso tempo che non possa avanzare in forma di poter superare i pali con la parte di dietro, e voltar faccia con rischio di farli del male, in specie quando è obbligato col castigo a prestare obbedienza, che si mette in difesa, e in collera.

Si levi dunque il Polledro dai pilieri, e tenuto da due con i soliti venti, lungo una muraglia, e con un ajutante dietro che abbia in mano un frustone, un bacchettone, ed il pungicarello, per poter dar l’ajuto con quello, che bisogna. Il Cavallerizzo, e l’ajutante, o garzone che sia, abbiano anch’essi uno o due bacchettoni in mano; il primo per poter accompagnare la chiamata della voce col cenno, o tocco del bacchettone, sì alla spalla quando vuol esigere la posata, sì alla groppa quando vuole lo sparo, ed il secondo per farli paura con essi, e tenerlo così in dovere, quando alla chiamata tentasse di forzarli la mano per andare in avanti, e così sfuggire la suggezione; tanto più, che il vento, che tiene in mano, tanto l’uno che l’altro, deve esser lento per lasciare la potenza motrice in libertà di potere agire; fattili fare con questo apparato pochi passi in avanti si pari, e quando è del tutto fermo li si faccia fare una posata, usando l’istesso metodo che ha tenuto quando lo chiamerà al pilieri; eseguita


che