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sca nel farlo, in specie nella prima doma, e che però un giorno faccia la lezione bene, e nell’altro non possa eseguirla; onde mai averà luogo di pentirsi, chi antepone la sofferenza al gastigo, (quando ciò non sia fatto con eccesso,) non dovendo mai esser perduta di vista la moderazione, dovuta in qualunque cosa.

Anche i Cavalli fatti sono sottoposti ad un tale accidente, quando siano stati gran tempo in riposo, poichè questo impigrisce tutte le parti della macchina, e fa loro perdere quella prontezza e facilità che avevano acquistato, e con la scuola e con l’esercizio; di maniera che le prime volte che si rimettono in azione non possono prestare alla chiamata che un’obbedienza imperfetta, e tal volta qualche giorno dopo sono resi affatto incapaci dall’indolimento in esse sopraggiunto, che fa loro dare in disperazione se sono gastigati; però devono esser questi rimessi in scuola, piuttosto che gastigati, se si vuole esigere da essi la primiera obbedienza.

E’ fuor di ogni dubbio, che molti atti replicati formino un abito, e che se gli atti sono buoni, l’abito sia tale, ma se questi sono cattivi, dell’istessa qualità sia l’abito ancora; quindi è che l’imperizia dell’ajutante a cui si commette l’esercizio sopraddetto che deve formare quell’abito, che fissi ed assicuri nei legamenti dell’articolazioni ed in tutte le altre


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