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Terza. 217

ha piacere d’aver Cavalli, che abbiano l’abilità d’eseguire la Carriera, per servirsene solo a correre palj, non può lusingarsi di ottenere il suo intento dall’arte, ma è forza che ne faccia ricerca dalla natura, e dipoi da un esercizio moderato in linea retta, che sia capace di dar loro lena, ed ecciti, e risvegli in essi la natural gara ed emulazione, e da quel governo in fine è opportuno a somministrare, e mantener loro la forza; poichè l’eccesso dello sforzo, ed il troppo governo intempestivo pregiudica loro e gli rovina in vece d’accrescer loro attività, come si danno ad’intendere gl’ignoranti, o chi agisce a capriccio, e senza cognizione di causa; quando poi i Cavalli di tal sorte hanno a servire per la caccia, allora convien ricorrere all’arte che mitighi e raffreni loro l’ardore, faciliti in essi la ripresa e l’arresto, con dirozzare l’elasticità dei legamenti loro, come si è additato nel Capitolo secondo della parte seconda per rendergli capaci di prestarsi a correre più raccolti, e con la dovuta precisione, come segue nella scappata, quantunque la situazione dei piedi dell’una, e dell’altra sia diversa.

La precisione con cui deve essere eseguita la carriera dei Cavalli da caccia, perchè possano prestarsi a dare esecuzione anche all’altre azioni, che concorrono nella medesima, e passare dall’una all’altra, e dall’ardore alla flemma, apporta senza dubbio pregiudizio alla ve-


Ee lo-