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Terza. 235

sa parte; deve allora abbandonare la curva ch’eseguisce per formare una retta laterale, simile a quelle del quadrato, sempre sull’istessa mano, fino al sopraddetto punto; dove giunto, deve seguire la sospensione o arresto che occorre, e dipoi la mutazione della mano, per potere eseguire la curva solita, che taglia l’angolo, e rimette il Cavallo nella linea laterale retta del quadrato sull’altra mano.

Per poter fare le chiamate da una mano all’altra con giustezza, nei punti divisati nel quadrato ottangolare, e in qualunque altro luogo, dove lo richiedano le mutazioni volontarie, conviene rimettersi a memoria ciò che si è detto di sopra; cioè, che la potenza motrice non può fare eseguire azione alcuna alla macchina, in tempo che il peso della medesima è in moto, nè quando il medesimo peso è vacillante, per essere la base del sostegno pendente in avanti, resa incapace di potergli impedire il trabocco; nè tampoco può eseguire l’azione che si vuole, quando i piedi sono fuori della situazione ch’essa richiede.

Quindi è, che richiedendo l’azione del passo e trotto che deve eseguirsi sulla mano destra, (e viceversa quella che deve essere eseguita sulla sinistra) che il piè sinistro d’avanti ed il suo diagonale di dietro che devono cominciare l’azione, si trovino situati in dietro agli altri due respettivi, e che terminato il passe ch’è


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