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dagli spettatori, e però di queste m’appiglio a fare la descrizione, lasciando indietro l’altre, perchè tanto basta per dar compimento all’impegno preso di fare un trattato in compendio, per istruzione dei giovani, che potranno ricercare dagli autori quella maggior cognizione che averanno piacere di avere.

La prima dell’arie sopraddette ch’è la più facile d’esecuzione, si fa nei seguenti tre tempi separati da un piccolo intervallo tra l’uno e l’altro; nel primo la mano accompagna il calcio della lancia lasciandolo andar giù da se stesso, finchè ella non giunga in linea retta dirimpetto al ginocchio con moto pronto e presto, lì fermandosi con dolcezza, tanto che il braccio finisca di stendersi per evitare la scossa che riceverebbe la punta della lancia, la quale non deve mai nell’azione uscire dalla sua piega verso l’orecchio manco del Cavallo, e qui ne segue l’arresto per dar luogo al Cavallo d’eseguire la prima terza parte della corsa.

Nel secondo, la mano con prestezza solleva la lancia in linea retta, finch’ella non giunga all’altezza di due dita sopra la falda del cappello, dove deve fermarsi con la solita dolcezza perchè la lancia si mantenga ferma nel suo posto senza che la punta vacilli, per dar tempo al Cavallo di dare esecuzione alla seconda parte della corsa.


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