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E’ solito di metter mano alla spada quando si è a Cavallo con stendere il braccio destro sopra il sinistro, ma anche qui può seguire l’inconveniente, o che non esca dal fodero, o che venga su con esse, però meglio e di maggior sicurezza è il farlo con l’acuto della mano sinistra.

E’ regola generale che l’incontro del nemico sia fatto nel tempo della maggiore velocità del Cavallo, sì per difficoltare al medesimo il colpo, sì per metter se stesso il più presto che sia possibile fuor di pericolo di essere offeso, onde la scappata deve essere eseguita in forma che vada sempre rinforzando a proporzione che si avvicina al bersaglio, e però giammai cominciata con il maggiore sforzo, perchè cagionerebbe tutto l’opposto; e non potendo a meno un tale improvviso sforzo, nell’interrompere un’azione dall’altra, di cagionare una scossa sì nella macchina del Cavallo che nella persona del Cavaliere, e per conseguenza di mettere in sconcerto anche l’arme sua senza dar tempo di potervi porre riparo (quando questa sia la lancia,) molto difficile sarebbe che una tal corsa riuscisse di quella grazia che si richiede.

L’estensione della lunghezza della scappata deve esser relativa non solo alla qualità dell’arme che si mette in opera, ma anche alla natura e prontezza del Cavallo nel darle esecuzione, perchè vi sono di quelli che si stendo-


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