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Quarta. 339
Del colore, e segni, e difetti.

Per quello poi che riguarda il color del manto, ed i segni, vale a dire la stella in fronte, le balzane ai piedi, i remolini, le spade romane, e cose simili, non credo che meritino la pena, che si sono presi gli autori antichi, di fare un trattato, per persuadere la necessità della scelta, e dell’esclusione degli uni e degli altri, affine d’assicurarsi della riuscita dei Cavalli; poichè non avendo il primo, parte alcuna nella costruzione della macchina, dalla quale dipende l’abilità, non credo tampoco che debba aversi nella scelta di esso altra mira, che quella di appagare la propria sodisfazione; poichè di tutti i mantelli alla riserva di quelli che sono slavati, e mancanti di lucentezza ho veduto Cavalli di egual bontà e bravura, però basta solo che quello che viene prescelto sia vivo e lucente, perchè tale attributo, come nell’uomo, indica anche nel Cavallo perfetta salute, complessione sana, forte, e robusta.

Gli attributi poi che si danno ai segni di qualunque genere, cioè di stelle, balzane, e cose simili, fino a pretendere che da essi non solo dependa la bontà, e bravura dei Cavalli, ma anche il loro destino, fortuna, e disgrazia, come dicono, non sono al parer mio che un giusto motivo di riso ai filosofi, e a chiunque


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