Pagina:Dell'obbedienza del cavallo.pdf/367

Da Wikisource.
340 Parte

abbia buon senso; in fatti qual connessione mai può avere una balsana più a un piede, che a un altro, un remolino (che altro non è che una ritorta, o sia ritrosa di pelo) più in un luogo che in un altro, con la bontà, fortuna, e disgrazia di un Cavallo? come con tant’impegno si sostiene che contribuiscano in esse da tutti gli autori antichi che hanno scritto sopra i Cavalli; ond’è che non vanno curati nè punto, nè poco; ma devono esser solo sfuggiti, quando da essi viene apportato sconcerto nell’appajatura, o cagionano bruttezza all’occhio.

E per quello riguarda ai difetti non essendovi alcuno che non solo si sfugga, ma che anche non gli abborrisca nei suoi Cavalli, non può cadere in dubbio che debbano esser tenuti lontani da una razza più d’ogn’altra cosa; e i soli difetti accidentali, perchè non sono ereditarj, possono esser non curati, ma non è così di quelli di spirito, che devono esser banditi dalle razze a qualunque costo, e senza riguardo alcuno, perchè troppo apportano ad esse pregiudizio e discredito.

Dell’età del maschio e della femina quando si uniscono insieme, del numero di Cavalle che devono darsi al primo.

Se fosse in balìa dell’uomo di poter dar legge alla natura, averebbero certamente luo-


go