Pagina:Dell'obbedienza del cavallo.pdf/383

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356 Parte

sta era dubbia, e l’altro certo, m’appigliai al partito di fare dei serrati, capaci di somministrare nel tempo della monta il necessario alimento a quelle camerate che dovevano essere assegnate a ciascheduno stallone, per assicurarmi che non venissero confuse le specie delle razze descritte di sopra; e per evitale il pregiudizio al possibile, che potesse arrivare allo stallone quando vuol sottomettere per forza alcuna di quelle Cavalle che non sono anche venute in amore, e che non hanno anche preso seco genio, dal che unicamente avviene il rischio, che corre di esser battuto, prima di darli la via lo facevo sfogare con fargliene montare alcuna.

Onde ben governato la notte li facevo dar la via nel suo ferrato alla punta del giorno dal garzone, che lo governava; questi lasciato che l’aveva, non lo perdeva mai di vista, e segnava in una cartella, dove erano i nomi di tutte le Cavalle assegnate al tal stallone, l’ordine con cui erano montate le Cavalle, con fare un nodo a diversi spaghi, che erano infilati sotto il nome di ciascheduna Cavalla, talchè se il nodo era nel primo spago, denotava che quella Cavalla, sotto la quale era lo spago, era stata montata la prima, ed il nodo del secondo spago, ch’era stata montata la seconda, e così di tutti gli altri.


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