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Quarta. 363

ligente e fedel custode che ne avesse la consegna; e ciò seguirà in vista a tutte le altre camerate, senza che una si confonda con l’altra, perchè ciascuno stallone pensa a regolar la sua, senza dar fastidio all’altro.

E tutto questo avviene, perchè l’istinto naturale del Cavallo, come di tutti gl’altri animali, è regolato da una forza motrice interna, diffusa in tutte le sue parti che ha un non so che d’analogo ad una tal quale specie d’intelligenza, per cui volontariamente si determina più tosto ad un’azione, che ad un’altra, secondo i bisogni suoi in varie e diverse maniere, e quest’istessa forza interna cagiona nello stallone il desiderio della propagazione e conservazione della sua specie, e però l’amore verso la semina, la gelosia, la simpatia, l’avversione, l’odio, l’ira ec. come l’esperienza dimostra chiaramente in diverse occasioni.

Quindi è che innamorato, diviene sì geloso delle Cavalle di sua camerata, che dà in furor tale, quando s’accorge che qualcheduna vuole allontanarsi da esse, che li corre immediatamente dietro con gl’orecchi serrati, e bocca aperta minacciandola di volerla mordere, sino a tanto che non è tornata a riunirsi con l’altre sue compagne e va ad abbordare qualunque altro Cavallo, che voglia accostarsi ad esse, e con morsi, e con zampate arrizzandosi diritto sopra i piedi di dietro, e voltandosi dipoi con repli-


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