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fieno, che dev’essere il governo loro tra giorno.

Subito che si adattano a mangiare con gusto, senza quella difficoltà che mostrano prima, quando si conosca il bisogno, si dia loro per preservativo la polvere d’Antimonio che qui sotto sarà descritta, mescolata nella trita, o in porzione di semola, ma da principio in poca dose, perchè non vengano dall’ingrato odore suo disgustati, e a proporzione poi che si adattano a mangiarla, si vada crescendo la dose, a seconda del bisogno, che potrà dedursi dal profitto che vanno facendo, e dal ritardo di esso, e si continui a dargliela fino a tanto che non abbiano acquistato l’appetito, e che si veda che il nuovo cibo lor faccia prò, la qual cosa si conosce dall’ingrassare, ovvero dal mantenersi nell’istesso stato senza scapito, che allora si può desistere di dargliela, per ripigliarne l’uso, subito che si veda che vada scemando il profitto.

Deve questa darsi non solo a quegli che recentemente sono spuppati, per prevenire in essi le conseguenze, e disordini sopraddetti nello sconcerto che allo stomaco cagiona la mutazione del cibo, ma va data anche a tutti quelli che con l’inappetenza, la malinconìa, e lo smagrire danno a temere di qualche prossimo attacco alla salute, qualunque sia l’età loro, e la loro condizione, sì maschi che femine, pie-


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