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piedi diagonali a vicenda, uno d’avanti che sostiene il peso e ne seconda l’ondulazone inclinando, ed uno di dietro che sostiene il minore e spinge la macchina fuori della base che la sostiene, nel tempo che gli altri due sollevati da terra sono obbligati dalla medesima col moto, che io chiamo forzato, a secondarla, perchè possano esser pronti, ed a portata di subentrare nelle veci di quelli che sono in opera, con formare al peso la nuova base, terminata che sia la funzione loro. Ogni piede in questa azione del passo eseguisce la sua, distintamente l’uno dall’altro, ma con un intervallo, e prestezza incomprensibile all’oculare ispezione, occupando i piedi di dietro talvolta l’orma istessa che ne abbandonano i piedi d’avanti, e talvolta alquanto meno, a seconda che il passo deve essere più steso, o più raccolto.

Essendosi veduto che quando la macchina è sostenuta da tutti quattro i piedi e anche da tre, non è capace d’essere spinta in avanti dai piedi di dietro, come è necessario che segua per esser messa in moto; così la potenza motrice quando vuol metterla in azione è in obbligo prima d’ogn’altra cosa di levarla da tal situazione per situarla sopra base debole, dalla quale possa essere con facilità rimossa dal minimo impulso che riceva; e però immediatamente ella ne affida il maggior peso ad uno dei piedi d’avanti (dritto se vuole cominciarne l’azione


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