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LIBRO SECONDO 99

nalzamento al trono fu mosso da egual desiderio, e preconizzato col voto delle sue legioni imperatore stettesi di piè fermo presso Mursia città della Pannonia. In mezzo poi a tali sconvolgimenti i Persiani malmenavano con iscorrerie le Orientali città ed in particolare quelle poste nella Mesopotamia. Costanzo, avvegnachè men forte per guerreggiarli, risolvè tuttavia opporsi alle fazioni di Magnenzio e Vetranio.

Ora mentr’egli rimestava nel suo capo il concepito pensiero, dimorando sin qui Magnenzio nella Celtica, Neperiano, prole d’Eutropia sorella di Costanzo, accozzata quantità di gente datasi ai ladroneggi ed agli eccessi d’una scioperata vita, si accostò a Roma presentandosi agli sguardi altrui con imperiali vestimenta. Laonde Anicezio, elevato alla prefettura del pretorio da Magnenzio, armati parecchi plebei e mandatili fuori della città per combattere Nepoziano, vennero da lui chiamati a sanguinosa pugna, ma costoro non sapevoli di guerra ed inetti a mantenere alcun ordine, senza grande fatica costretti furono a voltare le spalle; il prefetto del pretorio allora, osservatane la fuga e temendo non pericolasse la città serrò le porte, ed i militi di Nepoziano mirati i nemici fuggenti e manchevoli d’ogni mezzo di salvezza dal primo all’ultimo trucidaronli. Trascorsi non molti giorni Magnenzio spedito avendo contro al ribelle un esercito capitanato da Marcellino, cui erano suggette le palatine truppe (il cui duce, nomato è dai Romani maestro degli uffici) fu da esso raggiunto ed ucciso.

Costanzo partito dall’Oriente per mover guerra a