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178 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

siani. A lento passo dunque procede oltre, ed al ricevere le ambascerie delle città soccorre, in quanto fa di mestieri, alle giuste loro dimande. Messo quindi piede in Antiochia attende con diligenza somma ai bellici apprestamenti, ed in quella reggia passato il verno, al giugnere di primavera calca la via di Gerapoli, donde nel guidare l’esercito contro al nemico approssimatosi novamente il verno ripara altra stata in Antiochia, venendo così ritardata la persiana guerra. Nel soggiorno fattovi accaddero non comuni vicende, che propongomi ora di esporre. Un Teodoro annoverato infra gli imperiali notaj, di nobile schiatta, accuratamente cresciuto, giovine tuttavia e quindi facile ad essere trascinato a disoneste azioni dagli adulatori, cadde negli inganni d’uomini perfidissimi, i quali protestandosi eccellenti-nelle lettere persuadongli di essere al tutto ammaestrati in una particolar foggia divinatoria, di maniera che al mezzo di essa congetturare poteano i futuri umani destini. Aggiugnevano di più che bramosi di conoscere il personaggio cui assegnerebbesi dopo Valente il trono istituito aveano un tripode, il quale accennasse loro con rito arcano le contingenze avvenire. Apparvero allora in esso scritte le lettere Θ Ε Ο e di più Δ, bastevoli ad indicare, quantunque non esprimenti la parola intera, la successione di Teodoro, morto Valente, all’impero1.


  1. Questa foggia divinatoria è da Zonara chiamata Alectromantici. V. a simile Sozomeno, lib. VI, cap. 35; Marcell. lib. XXIX.