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LIBRO SECONDO 67

Mentr’egli attende a questi maneggi Massimiano Gallerio, non allontanandosi dalla costumanza de’ trascorsi tempi, crea imperatore il suo famigliare Licinnio, pensando mediante costui perseguitare Massenzio. Ma colpito, intanto che iva ruminando tali divisamenti, per grave ferita da morte, Licinnio eziandio si fe’ a pretendere l’impero. Intento poi anch’egli Massimiano Emilio a tornarne al possesso, come detto abbiamo, cercava rimovere le truppe dall’affezione portata a Massenzio. Riuscito con doni e meschine suppliche a condurle al suo partito si brigava di tendere insidie a Costantino adoperandovi gli stessi militi di lui. Se non che da Fausta prevenuti essendone i tentativi, e manifestati per intero al consorte, Emilio, uscito affatto di ogni speranza, viene da malattia spento presso Tarso1.

Massenzio liberato dalle macchinategli insidie, e di già ritenendosi fermo possessore dell’impero, spediva in Africa ed a Cartagine messi portatori in giro del suo ritratto. Ma oppostevisi le truppe di que’ luoghi per la benivolenza professata a Gallerio Massimiano, sempre di lui ricordevoli, e persuase che Massenzio per tale ribellione guerreggiate avrebbele, batterono la via d’Alessandria, ed avvenutesi nel percorrerla ad assai maggiori nemiche forze, nè resister loro potendo, sopra navi tornarono a Cartagine. Laonde Massenzio turbatosi ri-


  1. Zosimo confonde Massimiano Emilio con Massimiano o, più correttamente, Massimino, dichiarato cesare ad uno con Severo da Gallerio, poichè ad Erculio toccò la morte di laccio in Marsiglia, come abbiamo da Aur. Vittore. T. S.