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84 la sorella


Balia. Vi priego per l’antica amicizia che è stata fra noi, per la vicinanza e per l’etá vostra veneranda, che piacciavi darmi udienza per poco tempo.

Pardo. Balia mia, ho gran piacere che me si porga occasione d’impiegarmi ne’ tuoi comandi, per aver tanto tempo conversato fra noi domesticamente, come buoni vicini.

Balia. Vengo a scoprirvi alcuni secreti di Orgio, che v’importano, poiché egli per i suoi mali trattamenti non mi dá cagione che gli abbia a nascondere.

Pardo. Mala cosa è porsi fra dua che son stati gran tempo amici; ché, raffreddatosi quell’impeto della colera, si riconciliano insieme e restano poi nemici i mezani.

Balia. Non ci è luogo di riconciliazione piú, né che speri mai piú entrar in casa sua, poiché egli mi ha dato delle bastonate cosí sconciamente.

Pardo. Se ben v’ha trattato male per ira, giá non ne morrai per questo.

Balia. Orgio, dopo la servitú di trent’anni, mi paga con prezzo di tanta ingratitudine.

Pardo. Ma che sète per dirmi?

Balia. Sappiate che Cleria, che vi fu rapita da turchi, e vi costò tanti dinari a riscattarla, non è vostra figlia, ma è Sulpizia, figlia di Filogono; e quella Sulpizia, che è in casa nostra, è Cleria vostra figliuola.

Pardo. Come dite voi questo? e come lo sapete?

Balia. Lo dico, ché niuno lo può saper meglio di me, ed è cosí. Quando voi generaste la vostra Cleria, la deste alla moglie di Filogono, che la lattasse, perché egli era allor poverello ed era vostro vicino: ella si lattò la sua Sulpizia, che ora è in casa vostra, e a me diede a lattare la vostra Cleria, sotto nome di Sulpizia.

Pardo. E perché tanto assassinamento?

Balia. Perché voi eravate in quel tempo, come ora sète, oltra modo ricchissimo, ed egli poverissimo: ché, dando a voi la sua figliuola, l’avreste maritata nobilissimamente, e la vostra figliuola, essendo egli poverissimo, l’arebbe umilmente collocata,