Pagina:Della Porta - Le commedie II.djvu/390

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378 lo astrologo

vi potrebbe essere due volte nipote. Considerate che diranno le genti, che un gentiluomo pari vostro, ben nato, ornato di saggi fregi di onore e vivuto con tal splendidezza di vita, e poi all’ultima vecchiezza volersi ammogliare: o che siate vecchio rimbambito o che il cervello vada a spasso, e altre ingiurie piú vituperose. Considerate che naturalmente i giovani odiano i vecchi; e che un uomo stracco dal tempo non possa star al martello con una giovanetta, se non per altro, almeno per la disonestá del fatto e per l’esempio, che si dá a’ giovani, di poca modestia. ...

Pandolfo. Finiamola di grazia.

Guglielmo. ... Io vo’ che Artemisia mia figliuola sia moglie di Eugenio vostro figliuolo; e Sulpizia vostra figliuola, avendola prima giudicata degna di me, sia moglie di Lelio mio figliuolo: l’una perché ambedue sono ne’ primi fiori della loro giovanezza, l’altra perché gran tempo fra loro si sono amati modestissimamente, e non facciam cosí gran torto a’ loro onestissimi amori. E voi, signor Pandolfo, abbracciate la pazienza e sposatela! ...

Pandolfo. Vi ringrazio che con tante lodi medicate le ferite che piovono sangue. (Ah, vignarolo traditore, per buon rispetto ritengo le mani e la lingua in presenza di costoro!).

Guglielmo. ... E ricordandovi i tradimenti della prima moglie dovereste abborrir la seconda; ché non dican le genti che sète cavallo di dura bocca, ché non avendone domata la prima cercate la seconda. So bene che non tantosto sarebbe a casa che ve ne pentireste; onde, avendo a pentirvene, sará meglio che non la togliate. ...

Pandolfo. (Se non ti faccio pentire! presto finiranno queste ventiquattro ore e tornerai quel di prima).

Guglielmo. ... Pandolfo mio caro, siate piú tosto ragionevole che ostinato, e non inquietate voi stesso e gli altri con i vostri sproporzionati amori; e se ritornate in voi stesso, conoscerete che la sentenza data da me è in vostro favore e piú a proposito per voi. Mi raccomando.

Pandolfo. O diavolo, o trenta diavoli, o traditore, o gaglioffo can mastino, se non te ne farò patir la penitenza, possa