Pagina:Della Porta - Le commedie II.djvu/45

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atto secondo 33


Mastica. ... Ella sempre che mi vedeva in presenza della madre, mi volgeva gli occhi con certo atto pietoso che parea che mi dicesse: — Mastica, abbi pietá di me. ...

Lampridio. Beato te!

Mastica. Per che cosa? perché ho fatto forse collazione?

Lampridio. Che collazione? Perché puoi trattare e ragionar con Olimpia e vederla quanto ti piace.

Mastica. Dieci di queste beatitudini le venderei per un bicchier di vino. — ... Poi quando alla sfuggita mi potea parlare, diceva: — Mastica, sai tu novella di Lampridio mio? — e finiva le parole che le portavano l’anima insino a’ denti. ...

Lampridio. O vita dell’anima mia, o somma allegrezza di questo cuore, ben serbi l’animo tuo generoso in ricordarti di chi promettesti d’amare! oh come uccidendomi m’hai risanato!

Mastica. Tu ridi adesso? o cervellaggine d’innamorati!

Protodidascalo. Ecco ristorate le prosternate passioni.

Lampridio. Segui.

Mastica. ... Al fin per tôrsi da questo intrico, ha inventato il piú bello e colorito inganno che si possa imaginare, facile a fare e piú facile a riuscire. ...

Lampridio. Dillomi di grazia.

Mastica. Leggi questa lettera e rispondi da te stesso alla tua dimanda e raccontati la trama ordinata.

Lampridio. Perché non me la dai? Non la stringer cosí forte, ahi come la tratti male! Dammela ché me la pongo nel petto, anzi nel core anzi nell’anima.

Protodidascalo. Eh! Lampridio Lampridio, tu dispreggi le mie parole, eh? non ti lasciar deludere.

Mastica. Adaggio, che abbiamo a far un patto tra noi. Subito che serai entrato in casa, vo’ che si bandisca la guerra mortale a sangue e a foco al pollaio, che si dia la rotta a tutt’i fiaschi, pignatte, bicchieri e piatti piccioli che sono in casa; vo’ che mi sieno consignate le chiavi della cantina, dispensa, casce e d’ogni cosa: vo’ essere il compratore, il cuoco e il maggiordomo; vo’ la parte di tutto quello che si pone in tavola, che non vogli vedere il conto di quel che spendo né che mi