Pagina:Della condizione giuridica della donna.djvu/19

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INTRODUZIONE 13

zioni date da altri, essi vedono i lati deboli, ma anche le opinioni più comunemente ricevute e praticate dalle genti civilj intorno ai diritti e alla missione della donna, essi adopransi e riescono a mettere in forse. Di guisa che per loro non vi ha possibilità di saldi punti di partenza, di sicure prove di fatto, onde risolvere convenientemente la questione; e benché essi non disperino che ciò che manca a sapersi, possa un giorno venir determinato, e non facciano quindi professione di scetticismo, a loro avviso però il campo del possibile nella condizione giuridica delle donne, è per intanto infinito soltanto perchè indefinito. E da questo lato la dottrina a cui alludo, ha un contatto colla pratica, mentre a prima giunta potrebbe sembrare buona soltanto a ingenerare incertezza ed inazione. Imperocché, come taluno credette convertire un ateo alla fede in Dio e nella vita futura, colla sola virtù del dubbio se ci fossero, ed altri stimò sufficiente ragione per dissuadere i partigiani della pena di morte, il dubbio che il condannato possa qualche volta essere innocente, così vi ha oggi chi vorrebbe tolto ogni confine al diritto e all'attività sociale delle donne, e queste uguagliate in tutto e per tutto agli uomini, non già perchè creda poter dimostrare che ciò sia conforme a natura ed utile alla società, ma per mero effetto del dubbio, onde non correre rischio di sconoscere e di soffocare quello appunto che non si conosce, e intanto preparare il terreno e i materiali a più sicure dottrine, col mezzo di una esperimentazione larghissima e non mai tentata sinora1.

  1. Di questo modo non infrequente ai dì nostri, di trattare le quistioni sociali, e che io designo col nome di probabilismo, ho detto più distesamente nelle mie Conferenze intorno ad alcuni più generali problemi della scienza sociale, Torino 1876, Confer. 6a