Pagina:Della condizione giuridica della donna.djvu/22

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16 INTRODUZIONE

acuti indagatori della questione femminile rimangono esitanti nel dar la preferenza ad uno fra i tanti modi, che loro sembrerebbero possibili, di istituire la vita sociale delle donne, non per altra ragione se non perchè essi medesimi non sono bene in chiaro intorno al valore relativo di certi beni umani in confronto di certi altri. In questa guisa rendono la questione più complicata che di sua natura non sarebbe, e fanno carico in certo modo all'argomento, di difficoltà che propriamente non sono sue. Tutte quante le quistioni sociali, e prima e più di tutte quella della condizione giuridica delle donne, presuppongono in chi le ricerca, preso un partito chiaro e plausibile di fronte ai massimi problemi della morale, cioè intorno al fine dell'uomo, alla natura del bene, al valore relativo dei singoli beni appetibili. E chi non avendo idee ben definite e saggie su questi argomenti, si fa a trattare così fatte quistioni, non può sperare al certo di venire a miglior risultato che a quello di uno scetticismo non accompagnato da disperazione.

Io mi propongo adunque di riprendere in esame l'arduo tema, colla duplice scorta dei fatti che vi si attengono, rivelati dalla storia e dalla esperienza, e dei principii etici che governano del pari l'agire degli uomini e delle donne, e mirano al bene della società per opera di una buona cooperazione di entrambi. In questa guisa io spero di poter causare del pari lo scoglio delle dottrine eccessive di qualunque genere, e quello di una perpetua incertezza, che nulla insegna e tutto mette in dubbio ed in pericolo.