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DELLE DONNE 77

senza il proposito e la possibilità di dar loro una buona educazione ed uno stato. E a questo fine ella propone che lo stato dei figli si desuma da quello della madre, che la sola maternità sia un fatto giuridico, non anche la paternità, e che nessuna donna acconsenta al matrimonio, se prima il futuro marito non le abbia assicurato i mezzi di sostentamento della prole e della famiglia. Del qual nuovo sistema l'inopportunità e l'intrinseca assurdità non hanno bisogno di commento. Imperocché non ha riflettuto fautrice, e ciò riesce davvero inesplicabile, che il fatto e il concetto della procreazione illegittima è inevitabile, non appena la legge imponga all'unione dell'uomo e della donna certe condizioni, siano pur anche soltanto quelle proposte nel suddetto libro; che non è possibile aspettarsi, né trovar mezzi sicuri per far sì che le donne non abbiano mai ad unirsi ad un uomo senza aver pensato affatto alle conseguenze del loro agire, né avere anticipatamente assicurato i mezzi di sussistenza della famiglia; che il mettere a condizione del matrimonio siffatta assicurazione preventiva dei mezzi di sussistenza della famiglia è una impossibilità economica nella maggior parte dei casi, epperò equivarrebbe in pratica ad escludere dal matrimonio un grandissimo numero di persone, spingendole al concubinato; che tolto al padre il diritto di trasmettere ai figli il proprio nome e di avere la propria parte di responsabilità nella loro educazione, è tolto in pari tempo il principale incentivo a preferire il matrimonio alla seduzione e all'amor libero, e che l'associazione eguale dell'uomo e della donna nei doveri e nei diritti famigliari è essa medesima una efficace guarentigia e protezione della donna contro gli abusi della maschile superiorità; che finalmente un sistema che pone il marito all'infuori del diritto coniugale, riducendolo a meri uffici di procreatore e di garante delle spese di mantenimento della moglie e della prole, non può dirsi sul serio un sistema coniugale, e benché deco-