Pagina:Della congiura di Catilina.djvu/14

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della congiura di catilina 11

IX.


In casa quindi ed in campo, illibati costumi; massima concordia, cupidigia pochissima; e giustizia e bontà, più assai che dalle leggi, dalla natura promosse. Le discordie, i litigj, gli occulti rancori, contro ai nemici sfogavansi; da Romano a Romano, solo in virtù gareggiavasi. Nel culto divino pomposi, parchi in casa, nell’amicizia fedeli. Due sole arti i Romani reggevano e Roma; in guerra, ardimento; in pace, giustizia. E prova ne sia, l’aver essi più spesso punito in guerra coloro che contro l’ordine avesser combattuto, o che a raccolta udendo suonare non avessero tosto lasciata la pugna; che non quelli che osato avessero abbandonar le bandiere od il campo al nemico. In pace poi governavano più con benefizj che col timore; ed offesi, del perdonare assai più che del vendicarsi godevano.

X.


Ampliata così da virtù e giustizia la Repubblica, soggiogati i maggiori Re, oppresse le più feroci e potenti nazioni, sradicata l’emula Cartagine, e fattasi in somma Roma signora del Mondo, cominciò a incrudelire Fortuna, ogni cosa sossopra mandando. Quegli uomini stessi, che fatiche, pericoli, dubbj e difficili eventi lievemente avean sopportato, all’ozio e alle ricchezze di loro indegne non ressero. Crebbe da prima l’avidità d’arricchire, poi di signoreggiare: e da queste, ogni danno. Dall’avarizia corrompeansi la fede, la probità, ed ogni altra virtù; sottentravano ad esse superbia, crudeltà, venalità, irreligione. Dall’ambizione la sincerità distruggevasi; altro s’ebbe nel petto, altro su i labri; amicizie ed inimicizie non le contrasse l’onesto, ma l’utile; a bontà si compose più il volto che il cuore. Crescevano a poco a poco tal pesti, di tempo in tempo dalle leggi frenate: quando poi fu universale il contagio, nella mutata città, di giustissimo ed ottimo ch’era il governo, crudele e intollerabile diveniva.

XI.


Ma, più che l’avarizia, vi potea da prima l’ambizione: vizio che almeno l’apparenza mantiene della virtù. Il buono e l’inetto del pari desiderano e gloria, ed onori, e comando; ma quegli