Pagina:Della consolazione della filosofia.djvu/5

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LIBRO PRIMO


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Si duole e rammarica in questo libro Boezio colla Filosofia dell’acerbità delle sue sventure, inasprite ancora più dalla rammemorazione delle grandezze e felicità passate.


LE PRIME RIME.

Io che, già lieto e verde, alto cantai
     Nel mio stato fiorito, or tristo e bianco
     3Pianger convegno i miei dolenti guai.
Ecco le Suore meste, e Febo stanco,
     Versi mi dettan lagrimosi; ond’io
     6Bagno scrivendo il destro lato e ’l manco.
Queste pur nè speranza, nè desio,
     Nè tema spaventò, che meco tutte
     9Il cammin fide non seguisser mio.
Queste, ch’or son così pallide e brutte,
     Di me, vecchio infelice, il pianto e i danni
     12A lagrimare e consolar condutte,
Gloria fur de’ miei verdi e felici anni:
     Or non pensata e súbita vecchiezza
     15Portata m’hanno i miei gravosi affanni.
Anzi tempo del duol, non per lunghezza
     D’età, treman le membra, e queste chiome
     18Si fanno argento, che si cuopre e sprezza.
Felice chi, quando a lui piace e come,
     Vive sua vita; e chi, venuto in basso,
     21Chiede di morte, ed ha l’ultime some!