Pagina:Della consolazione della filosofia.djvu/72

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bastevole a sè medesimo. Madonna no, risposi. Tu dunque, cominciò ella, così pieno di ricchezze, come tu eri, pativi cotale insufficienza? E io: Perchè no? le soggiunsi. Adunque, disse ella, le ricchezze non possono fare che uno non abbia bisogno di nulla, e sia a sè stesso bastevole, come pareva che promettessero. Ora io per me penso che ancor questo si debba grandissimamente considerare, che i danari non hanno di loro propria natura cosa nessuna in sè, per la quale non possano essere a coloro, che gli posseggono, tolti contra lor voglia. Lo confesso, dissi. Il meglio sarebbe che tu il negassi, rispose, veggendosi ogni dì che alcuno più possente gli toglie mal grado suo a chi manco può. E di vero onde nascono tante lamentanze e tanti piati in tante corti, se non perchè quei danari, che sono o per forza o per inganno stati tolti a chi non avrebbe voluto, si raddomandano? Così è, dissi io. Dunque avrà, replicò ella, bisogno ogni ricco d'alcuno ajuto di fuori per poter guardare la moneta sua? E io: Cotesto chi negherebbe? le risposi. E pure non avrebbe, seguitò ella, bisogno, se egli non avesse pecunia, la quale potesse perdere. Non è dubbio, risposi. Dunque la cosa è trascorsa nel suo rovescio, soggiunse ella, perchè, dove si pensava che le ricchezze facessero gli uomini sufficienti per sè stessi e ripieni di tutte le cose, elleno gli fanno più tosto bisognevoli dell'ajuto d'altri. Ma dimmi: quale è quel modo, per lo quale mediante le ricchezze si caccino via le bisogne? Perchè i ricchi possono eglino non aver fame, possono non aver sete, le membra degli