Pagina:Della consolazione della filosofia.djvu/84

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Anzi del mare i più riposti fondi
     Sanno le genti, e quale
     15Di maggior perle o miglior ostro abbondi.
Sanno qual lido più tenero soglia
     Pascer, qual più spinoso
     18Pesce a saziar lor voglie ingorde accoglia.
Ma dove il sommo ben nascoso giaccia,
     Ch'ogn'uom desía, non sanno,
     21Nè per trovarlo mai cercan la traccia.
E quel che sopra il ciel passò lontano,
     Essi nel fango immersi
     24Sotto terra trovar sperano invano.
Che pregar deggio a così stolte menti
     Degno di lor follía?
     27Cerchin roba ed onor mai sempre intenti:
Ma quando poscia i falsi ben con tante
     Fatiche avuti avranno,
     30Quai siano i veri ognor stia lor davante.


PROSA NONA.

Infin qui voglio che l'avere dimostrato la forma della felicità falsa mi basti, la quale se tu perspicacemente vedi, l'ordine richiede che io da qui innanzi ti dimostri qual sia la vera. Io per me veggo, risposi, non essere possibile che nè le ricchezze abbiano sufficienza, nè i regni potenza, nè le dignità riverenza, nè la gloria nominanza, nè i piaceri contento. Dimmi: hai tu anco, rispose ella, compreso le cagioni, per che così sia? A me pare, dissi io, di vederle, come per una stretta fessura; ma ben vorrei intenderle da te più apertamente. Questa è cosa agevolissima, soggiunse ella; imperciocchè quello che di sua natura è semplice e indiviso, l'error de' mortali lo disparte, e dal vero e perfetto