Pagina:Della fortuna di Dante nel secolo XVI Barbi, 1890.djvu/63

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- 49 — " Combina coi sentimenti „ del Muzio, dice il Serassi del Discorso del Castravilla. Non in tutto però, come già notava il Fontanini. L’uno giudica Dante se non leggiadro, certo grande scrittore {})] l’altro trova tutto da biasimarsi nella Commedia: loda il Muzio la dignità del soggetto e la dottrina del poeta, ed esalta r utilità della lettura del poema dantesco i^j) non vi vede il Castravilla che " un mescuglio, un zibaldone, e un guazzabuglio de le lezioni „ che egli doveva udire da qualche dottoruzzo, e dannoso per molti rispetti ne percioché non ne hauete, dirò io per voi. Voi n’hauete lasciato di fuori Dante. Dante hauete voi lasciato di fuori. E fu già un certo Dante, che scrisse anche egli le ciance e le fauole in questa lingua. Oh non vi fate hora schiui di non lo sapere: io so che voi lo sapete; ma vi erauate dimenticati. Si si, hora vi è egli ritornato alla memoria. Costui adunque ne’ suoi scritti mostrò egli o no, che questa lingua potesse trattare materie alte e sublimi? Lascierò hora le canzon sue di cortesia, di nobiltà et altre filosofiche, et i commenti suoi sopra alcuna di quelle. Ma i suoi tre regni, che egli ci lasciò sotto nome di Inferno, Purgatorio e Paradiso, si riuolgono egli intorno suggetti leggieri et bassi, o pur grauissimi et altissimi? A me par, che mentre che egli s* affatica di leuar gli animi nostri dalle cose terrene per mezzo delle virtù purgative alla contemplation delle cose superiori et del sommo bene, che egli parte alcuna non lascia di tante che degna sia di quantunque grauissimo scrittore. Quiui ci dimostra egli in qual maniera habbia da schifar la bruttura del vitìo, et a farci adorni della bellezza delle preciose virtù: et per non dir delle quistioni profonde et difficili cosi matematiche, come filosofiche, qual è fra tutti gli scrittori che delle celeste spere, delle virtù cardinali, dell’anima, de gli angeli et di esso sommo singulare trino et uno Iddio più dottamente et più copiosamente ci ragioni?» Muzio, Battaglie; Venezia, Dusinellì, 1582; p. 188. {}) Ivi, p. 80. (^) Vedasi la nota 3) della pagina antecedente. R.