Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/129

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libro primo 117

superficie sola, nemmanco in luoghi fra loro vicini. E chiama per testimoni di questa sua ignoranza gl’ingegneri; sebbene i matematici dimostrino che la scienza degl’ingegneri è una parte della matematica disciplina. Dice pertanto che Demetrio1 avendo intrapreso di tagliare l’istmo dei Peloponnesi per aprirvi la navigazione alle armate, ne fu poi distolto dal contrario parere degl’ingegneri; i quali dopo avere misurati que’ luoghi gli annunciarono essere il seno di Corinto più elevato che il mar di Cencrea, e affermarono che s’egli avesse tagliato il terreno frapposto, tutta la spiaggia ch’è presso ad Egina, ed Egina stessa e le isole circonvicine sarebbero state sommerse: oltrechè la navigazione non sarebbe forse riuscita di grande utilità2.

Di qui poi (secondo Eratostene) nascono le correnti degli euripi3; e quelle principalmente dello stretto della Sicilia, il quale si dice che va soggetto al flusso e riflusso dell’oceano: perocchè due volte ogni giorno vi

  1. Demetrio Poliorcete. Affermano poi Plinio, Svetonio, Dione Cassio ed altri, che anche Giulio Cesare, Caligola e Nerone tentarono di tagliar l’Istmo, ma non poterono condurre a buon fine l’impresa. - L’Istmo de’ Peloponnesi qui menzionato è più conosciuto sotto il nome di Istmo di Corinto; e i Greci moderni lo chiamano Έξαμίλιον, perchè tengono che sia largo sei miglia.
  2. Secondo una nota degli editori francesi la locuzione del testo καὶ μηδὲ τὸν διάπλουν ἂν γενέσθαι χρήσιμον potrebbe in questo luogo significare anche che la navigazione non sarebbe forse stata possibile. - Del resto fu un errore degl’ingegneri di Demetrio l’avere creduto che le acque dei due mari già detti avessero un diverso livello.
  3. Euripo significa lo stesso che Stretto.