Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/326

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312 della geografia di strabone

una tanta, quasi vorremmo dir, guerra (la quale non accade però sempre, ma solo per qualche corruziane dell’aria) poterono aver bisogno di cosiffatto rimedio: del resto contro i casi ordinarii furono trovate molte maniere di caccia: e nutrono a cotal fine studiosamente certi furetti salvatici che la Libia produce; poi, dopo aver chiusa loro la bocca, gl’introducono nei fori; ed essi o colle unghie traggono fuori quanti leboridi possono ghermire, o li costringono di fuggirsene all’aperto, dove sono pigliati dalle persone quivi a tal uopo appostate.

L’abbondanza degli oggetti che portansi fuori della Turditania è fatta manifesta dalla grandezza e dalla moltitudine delle navi. Perocchè le navi da mercatanti che da quel paese vengono a Dicearchia1 e ad Ostia, arsenale di Roma, sono grandissime, e nel numero quasi gareggiano con quelle di Libia.

Tale è il paese della Turditania nel suo interno: la sua spiaggia poi potrebbe dirsi non meno felice pei beni che le vengon dal mare. Perocchè le ostriche e le conchiglie d’ogni generazione e grandezza abbondano in tutto il mare esteriore, ma principalmente su quella spiaggia di cui ora parliamo; perchè ve le fanno crescere i flussi e riflussi già detti, essendo ben naturale ch’essi contribuiscano a renderle numerose e grosse formando un gran numero di stagni o di lagune2.

  1. Pozzuolo.
  2. Leggo cogli Edit. franc. e col Coray δἱα τἡν λιμνασίαν in luogo di γυμνασίατ.