Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/440

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alcun poco verso l’Oceano il fiume ed il monte dalla direzione che hanno parallela fra loro1.

Quattro sono i punti di tragitto dei quali si valgono solitamente a passare dal continente nell’isola; cioè quelli delle bocche dei quattro fiumi Reno, Sequana, Ligeri e Garonna. Ma coloro i quali vogliono tragittare dalle parti circonvicine al Reno, non cominciano proprio dalle bocche del fiume la loro navigazione, bensì dai Morini che sono limitrofi de’ Menapii2. Appo costoro è il porto Itio3, del quale si valse il Divo Cesare per ragunarvi le navi quando fece il suo tragitto a quest’isola: ed avendo salpato di notte approdò all’isola nel giorno seguente verso l’ora quarta dopo avere compiuta una navigazione di trecento venti stadii: e vi trovò le campagne coperte di messi. La maggior parte dell’isola è composta di pianure e di boschi, con molti colli per entro. Produce poi frumento, bestiame, oro, argento e ferro; e se ne traggono inoltre anche pelli, e schiavi e cani naturalmente buoni alla caccia. E i Celti si valgono nelle guerre di questi cani come anche di quelli dei proprii paesi.

Gli uomini di quell’isola sono più alti de’ Celti ed

  1. Pare che Strabone abbia confuso il capo settentrionale de’ Pirenei col capo Saint-Mabé presso a Brest, conosciuto da Pitea e da Eratostene sotto il nome di Capo Calbio. Il Gossellin che fa questa osservazione la prova col riscontro delle misure da Strabone indicate.
  2. I Menapj occupavano il Brabante. (G.)
  3. Credesi generalmente che al porto Itio corrisponda ora Ouessant all’ovest del Capo Grisnez. (G.)