Pagina:Delle biblioteche e dei libri popolari.djvu/13

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1. Non basta che un popolo sappia leggere: conviene che abbia buone cose da leggere.

2. Vorrebbersi per gli operai biblioteche, non tanto da dare i libri in famiglia, quanto da leggerli in comuni adunanze.

3. Il luogo di lettura diventa ricreazione e rifugio dalla noia, dalla servitù, dal dolore.


Il nuovo assetto politico del nostro paese ci volle tutti collaboratori nell’opera del miglioramento civile e morale del popolo. E in nome e nel desiderio di questo che oggi ci troviamo al periodico convegno col quale ci è dato salutare l’arrivo dell’anno 8° della nostra istituzione.

L’epoca in cui siamo ha un carattere tutt’affatto popolare e democratico che da noi si deve tradurre in atto col mezzo potente dell’associazione: l’individualismo è crollato, e cedettero davanti alla necessità storica delle cose le più altere personalità. Nell’associazione, dove uno è per tutti e tutti per uno, v’è il benessere comune, il miglioramento progressivo del mondo: è dessa che va oggi studiata ed applicata. Noi la troveremo tanto più tetragona, quanto più trae vita da un’Idea: le Catacombe la vincono sulle torture delle prigioni e sulla scure del carnefice; la Lega lombarda fa la più bell’epoca della storia