Pagina:Delle biblioteche e dei libri popolari.djvu/17

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ed a Madrid, coll’appoggio di questo municipio e coi nomi di Castellar, Viscarondo, Guitasola. In Prussia dal 1842 al 1847 la Società letteraria raccolse una vistosa somma che, unita ai doni dei privati e al sussidio annuo di lire 5000 del comune di Berlino, valse ad aprire buon numero di queste Biblioteche, ed ora già 7 sono nella stessa capitale1. L’America per una legge del 1855 ne ha una in ogni comune senza contare le molte delle libere Società, come quella stabilita a New-York dai commessi di negozio che conta 5000 soci, 87,000 volumi, 170 riviste e 140 fogli quotidiani2 e la Biblioteca popolare fondata da Franklin a Filadelfia, che conta oggi 800 mila volumi: fino ai nostri antipodi dove la civiltà ha poco più di trenta anni, quest’apostolato del libro si è posto di fianco all’apostolato del maestro di scuola, e l’Australia, cosa incredibile a dirsi, con appena 200,000 abitanti

  1. Atti della Società d’arti e mestieri d’Annover, 1867, fasc. 3°.
  2. Ma gli Stati Uniti, che certo non v’è paese al mondo che li superi nei sacrifizi e spese che vi si fanno per l’istruzione popolare, vantano una popolazione ricca e bene educata. Il Duvergier che l’anno scorso vi fece un viaggio e fu a visitare il Massachussetts, entrando in uno stabilimento industriale di Boston, trovò che la più gran curiosità del luogo è il lavorante medesimo. Quei 300 uomini che vi sono addetti, quando ritornano da desinare tutti serii e ben vestiti si dura fatica a credere che sian braccianti. Gli operai delle nostre città dei quali più si vanta l’intelligenza non sono in confronto ad essi che poveri diavoli; là non vi è il popolano senza cultura che fatica giorno per giorno senza avvenire; il segreto di questo prodigio sta nell’istruzione.