Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/106

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alle altre provviste: che ingiuria, dunque, ci fanno essi, aiutandoci se non altro nel trasporto delle granaglie? Quegli esploratori greci, dunque, di cui dianzi parlammo, dopo avere ogni cosa nel campo persiano attentamente osservato, e quindi licenziati da Serso, se ne tornarono ÌD ^latria.

148. Ma i Greci collegati contro Persia, alla spedizione degli esploratori fecero pure succedere l’invio di propri messaggeri in Argo. E secondo la tradizione degli Argivi, le cose passarono in tal modo. Che gli Argivi ebbero prontamente notizia delle prime mosse del Barbaro contro la Grecia: e informati di queste, e consapevoli insieme clie gli altri Elieni inviterebbero loro pure ad entrare nella lega autipersiana, spacciarono in diligenza legati all’oracolo di Delfo, i quali dovevano interrogare il Nume sul punto: Che cosa ad essi più conveniva di fare, volendo provvedere nel miglior m^ possibile alle cose sue. Dappoiché poco prima aveva ceduto seimila dei loro cittadini uccisi per mano a Lacedemoni e di Cleomene, figlio di Anassandrida. E questo precisamente (secondo la tradizione argiva) fu il fatto che dette causa alla spedizione dei legati a Delfo. I quali, alla propria interrogazione, ottennero dalla Pitia il seguente lespouso:

Inviso ai tuoi dintorno, e ai numi caro, In guardia stalli dentro il propugnacolo. Sol bada al capo; ei saWeratti il corpo.

E posciachè la Pitia aveva già dato agli Argivi detto responso, sopraggiuusero gli oratori della lega, i quali essendo stati introdotti innanzi al senato, esposero la

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