Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/111

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9 In più condursi a buon termine, se non da uomini forti ed arditi. E costui invece, i Siciliani ce Io rappresentano lutto il contrario, perchè di natura molle ed effi!minata. Ma, comunque, è certo clie egli ebbe quell’ufficio di gerofante nel modo descritto.

154. Morto poi Oleandro, figlio di Patitare; il quale, dopo avere regnato sopra Gela sette anni, fu ucciso dal gelono Sibilio; avvenne che il fratello Ippocrate gli successe nel principato. E durante il suo regno, Gelone.che era discendente del gerofante Teline, insieme con molti altri: e fra questi con Enesidemo figlio di Pataioo; fu deputato alla guardia particolare d" Ippocrate. Poi, iu progresso di tempo, pei molti meriti che il distinguevano, venne assunto al comando di tutta la cavalleria. E mentre Ippocrate oppugnava i Calltpoliti e i Naxì, gli Zanclei ed i Leontini, e così pure i Siracusani oltre a molti barbari dell’isola; la virtti di Gelone spiccò in tutte queste guerre tn na modo sfolgorantissimo. Di tutti i popoli summenzionati poi, nissuno fu abile di sottrarsi al giogo d’ Ippocrate, eccettuati i Siracusani. I quali essendo stati vinti in battaglia presso il fiume Eloro, trovarono aiuto nei Corinti e nei Corciresi; a cui intercessione fu stipulata la pace a questo patto: che i Siracusani avrebbero ceduta ad Ippocrate la città di Camarina, dappoiché Camarìna apparteneva primitivamente ai Siracusani.

155. Essendo poi avvenuto che Ippocrate, dopo avere regnato tanti anni quanti il suo fratello Oleandro, cadde morto in battaglia presso la città di Ibla, combattendo coi Siculi: Gelone dapprima fece le viste di operar per tutela di Euclide e di Oleandro, figli di Ippocrate; del