Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/124

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12come siamo, tanto più avanti del rimanente dell’Eliade, all’urto nemico. E se ()oi voialtri non volete aiutarci, non avete neppure il dritto d’imporre a noi nessun obbligo, imperocché non ci sono obblighi che tengano contro Tirapossibile. Così, dunque, parlarono i Tessali.

173. E in seguito a tale ragionamento, gli Elleni liberarono di mandare subito per la via del mare esercito iu Tessaglia, perchè andasse a custodire lo sbocco olimpico. Il quale esercito come fu raccolto, varcò navigando lo stretto di Euripo; e approdato avendo alla città di Alo in Acaia, ivi lasciò le navi e discese a terra, inoltrandosi per la Tessaglia infin che pervenne alla valle di Tempe, ove esiste appunto quello sbocco che dalla bassa Macedonia introduce nella Tessaglia, lunghesso il fiume Penco; il qual fiume discorre in mezzo all’Ossa e all’Olimpo. Là fu che stettero a campo circa diecimila Greci di grave armadura, a cui si aggiungeva la cavalleria tossalica. E delle milizio spartane era duce supremo Eveneto figlio di Careno, scelto a tale ufficio fra i Polemarchi, ma non di regia prosapia (42). Agli Ateniesi invece comandava Temistocle, figlio di Neocle. Ma non 1 restarono fermi che pochi giorni nel luogo sovrindicato. Imperocché li sopraggi unse i-o alcuni legati di Alessandro il Macedone, figlio di Aminta, coU’incarico di persuaderli ad andarsene, se non volevano essere sopraffatti e pesti fra quelle gole di monti dall’esercito invasore. Colla quale espressione, di esercito invasore, volevano significare l’e-j norme moltitudine di milizie terrestri e di navi che seguitavano il re di Persia. E siccome i dati consigli parevano provvidissimi, e rette si addimostravano le intenzioni del Macedone, gli Elleni facilmente ci si adattarono. Ma io per

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