Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/130

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di mirmex; e i Barbari ci piantarono sopra una colonna di pietra che avevano all’uopo portata seco. Sì che fatta sicura da ogni inciampo la via, tutte le navi persiane; dopo già undici giorni trascorsi dacché il re aveva lasciato Terma; potettero partirne esse pure, e proscguinj quinci gagliardamente il loro cammino contro la Grecia. Fu poi Pammone di Sciro che additò ai nemici quel banco di sabbia piantato proprio sulla loro strada. E i Barbari, avendo navigato l’intero giorno, si portarono difìlati da Terma al capo Sepia in Magnesia, e al lido interposto fra la città di Castauea e la spiaggia Sepiade.

184. Fino a questo punto, dunque, e fino alle Termopile, tutte le forze persiane di terra e di mare progredirono senza ostacoli e senza danni. E il numero dei seguaci di Serse in allora, per quanto mi risulta dal mio conteggio, si può determinare nelle seguenti cifre. Posto, cioè, che le navi venute dall’Asia fossero mille dugentosette; e calcolando dugento uomini somministrati a ogni nave dalle diverse nazioni che concorsero a formare il naviglio persiano; avremo una massa totale primitiva di dugentoquarantunmila e quattrocento imbarcati. Ma oltre ai marinari tratti dalle singole nazioni, ogni nave contava un presidio armato composto di trenta combattenti fra Persiani, Medi e Saci; donde risultava una somma di altri trentaseimila dugentot redici uomini. A questi poi, e agli antecedentemente descritti, aggiungerò quelli che popolavano i legni leggeri. I quali potendo, su per giìi, ragguagliarsi a ottanta per barca; e delle dette barche essendosene adunate, come già dissi, un tremila; avremo altri dugentoquarantamila uomini da computare.

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