Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/135

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arche di contenuto prezioso, e a innumerevoli cimeli d’oro. Ma nonostante le molte ricchezze acquistate, quest’uomo DOD fu per ogni rispetto felice; es^setnio intervenuta masamamente ad affliggerlo l’uccisione casuale di un suo 6gliolo.

191. Innumerevoli poi furono le barche frumentarie e altre minori che andarono a fondo. Onde ì capitani supremi del naviglio, temendo che i Tessati non co^lie^ssf^ro il momento dell’infortunio per assalirli, bì asserragliarono con un palancato fatto di tavole avanzate dal i)aut’ia;iio. E quella tempesta durò tre giorni. Ma, fìiialmi,nte, i Magi con riti espiatori, con incantesimi, e con altre celebraaooi fatte in onore di Teli e delle Noreidi riuscirono a sedare, nel quarto giorno, l’ira del vento; se non vogliamo creder piuttosto che esso quietasse da se medesimo. E gli onori speciali resi a Teti ebbero la loro ragione w\ fatto, di avere appreso dalli Ioni: che proprio in quni luoghi era seguito il ratto di detta Dea per opera di Ptdeo, e che la spiaggia Sepiade era particidarmpnte sacra a Teti e alle altre Nereidi. Nel quarto giorno, dunque, come abbiamo detto, si calmò il vento.

192. Ma nel secondo giorno dacché era cominciata la tempesta, gli esploratori discesoro dalle alture deli’Eubea, e corsero a narrare agli Elioni tutti i particolari del succeduto naufragio. Onde qnesti, informati dei nuovi casi; dopo aver fatto lor libazioni, e invocato il nome di Nettano Salvatore; se ne tornarono celerissimi avanti ad Artemisio, nella speranza di non trovar f,iù che poche navi nemiche a fronte. Così, dunque, i Greci si nii.<ero la seconda volta in osservazione nelle acque di Artemisio: