Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/204

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dugento settantuna. E il comandante supremo del navi-, glio lo sommiaistrarono gli Spartani nella persona dB Eufibiade figlio di Euriclida. Dappoiché i confederati ave- ’ vano protestato: che se il comando supremo non toccava ad uno Spartano, essi non sarebbero stati mai acconci’ di seguitare duci ateniesi; e avrebbero operato piuttos^ perchè l’armata si dissolvesse.

3. Fin da principio infatti, e prima ancora che si foi mandato a cercare alleanze in Sicilia, si era sparso qualche rumore sulla convenienza di affidare agli Ateniesi il comando delle forze navali. Ma venutisi al fatto, e contraddicendo a questo disegno i confederati, gli Ateniesi si ritrassero, per la grande importanza che essi annettevano alla salute comune della Grecia; e ben conoscendo, che, fra queste lotte egemoniche, la Grecia correva il pericolo di sommergersi. Né potevano pensar meglio; imperocché la civile discordia è tanto peggiore della guerra assunta per voto pubblico, quanto la guerra stessa è brutta ai paragone della pace. Dei quali principi fatti capaci gli Ateniesi, non si opposero, nella questione del comando navale, agli altri confederati: ma, infino a tanto che ebbero bisogno di loro. Come apparisce chiaro dal fatto: che, dopo essere stato cacciato via il re di Persia, e trapiantata la guerra nei suoi dodominì (1); col pretesto dei modi rotti e petulanti di Pausania, privarono i Lacedemoni del comando. Ma queste cose appartengono a teoapi posteriori.

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4. Ora io devo dire: come i Greci raccolti nelle acque di Artemisio, avendo anch’essi vedute le navi nemiche stese in lunga ordinanza davanti a Afeta, ed essere tutto