Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/214

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duto di Leonida e delle sue genti. Dopo la qual na»- ^ razione, i Greci raccolti ad Artemisio non misero p:^’ dimora alla ritirata, e sfilarono via nella stessa ordinan^^ in cui si trovavano nella stazione navale; primi i Corin’^ e ultimi gli Ateniesi. |

22. Allora fu che Temistocle, avendo scelte alcune delle più veloci navi ateniesi, andò a cercare i punti circostanti più noti per scaturigini d’acqua dolce; ed ivi scolpi sopra pietre una leggenda, che sarebbe stata poi letta dalli Ioni, quando il giorno appresso avrebbero girato il Capo. E la leggenda così diceva: Ioni, voi fate opera iniqua combattendo contro i vostri parenti, e cercando di ridurre la Grecia in servitii. Passate piuttosto, ve ne preghiaino, alla nostra parte; e se questo non vi è fattibile, mettetevi fin d’ora in una condizione neutrale fra

i combattenti: e di questo persuadete anche i Cari. Ohe se poi non vi sia lecito apprendervi né all’uno né all’altro degli esposti partiti, tanto dura necessità vi costringe; sappiate almeno essere vili in prova nel mome?ito della battaglia: ricordaìidovi che voi siete in conclusione nostre propaggini, e che questo travaglio che noi duriamo coi Barbari, lo prendemmo originariamente per causa vòstra. Queste parole, dunque, scriveva Temistocle, e le scriveva, credo, con un doppio intento. Al fine, cioè, che. se restavano ignote al re di Persia, provocassero eflFettivamente li Ioni alla ribellione, Se. invece, erano deferite a Serse come un’accusa, egli entrasse subito in gran sospetto de’Ioni, e fossero quindi allontanati dall’armata.

23. Temistocle, dunque, fece quello che abbiamo dettero subito dopo un uomo deU’Estiea, montato sopra una barca,

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