Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/262

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0 grado, quando esso si risolvesse di tramutarsi colla sna famiglia in Sardi. Alle quali carezze essendosi lasciato prendere facilmente Panionio, passò in effetto a Sardi colla moglie e con i figlioli. Ma quando Ermotino l’ebbe nelle sue mani, gli parlò in questa guisa: O iniquo, che vivi di un iniquissimo mercato! Qual danno mai, io i miei, ti facemmo, perchè tu dall’essere d’uomo mi dovesa ridurre a uno zero? Tu forse t’immaginavi, che sarebbe rimasta nascosta ai Nudqì la tua nequizia. Ma essi invece con giustissima provvidenza ti misero fra le mie mani; onde non potrai ragionevolmente lagnarti della pena che ti preparo. E dopo tale invettiva si fece venire inaanii i figli di Panionio, che erano quattro, costringendo il padre a tagliare loro i genitali colle sue mani. E posciachè il padre ebbe fatta questa operazione ai figli, essi dovettero farla al padre. Tale fu, pertanto, la memorabile vendetta di Ermotimo.

107. Serse, dopo avere raccomandati i suoi figli ad A^ temisia, perchè coaducesseli ad Efeso, chiamò Mardonio. licenziandolo a scegliere per la sua impresa gli uomini che voleva, e impegnandolo a eseguire opere non disformi dalle promesse. Le quali cose tutte si dicevano e si facevano, mentre era anche giorno. Ma nell» notte seguente, ad un comando del re, le navi persiane sciolsero dal porto di Falero, e si avviarono colla mag^ giore velocità possibile all’Ellesponto, affine di andare « custodire i passi che dovevano servire alla ritirata di Serse. Giunti poi che furono i Barbari presso al capoZostero (33), intorno al quale spuntano alcuni piccoli scogli a modo d’isolette; essi scambiarono questi piccoli scogli per altrettante figure di navi, e ne seguì un fuggi fuggi