Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/292

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— S80 deggiamento dall’Estieotide per opera dei Cadmet. Erodoto poi, ael luogo surriferito, aggiuage il peso della sua autorità a quello dagli altri antichi per erudirci: che là dove sorse la Doride c’era stata li Driopìde, o in altri termini, elio i Dori occuparono fra l’Età e il Parnasse un paese tenuto già dai Driopidì, cacciandone via i primi abitanti e mettendosi al posto loro. Di maniera che i Driopidi furono poi costretti a cercare altro terra che li raccogliessero: e Erodoto stesso ci parla delle colonie driopicho piantate io diversi punti dell’Eliade; come, p. e., a CitDu nelle Cicladi, a Stira nell’Eubea, O’I Ermiooe nell’Ar^olide, Stabilioieoto driopico, specialmeuto quest’ultimo, importantissimo, per il fatto che la città di Ermione (oooie vedremo anche meglio in un’altra Nota ) seppe mantenersi coi!. lungo lìbera e indipendente dal giogo dorico, dopo la conquista p«loponnesìa.

N. b. oi fièv yàp Tiiiv <t,ujK^ujv i.<i tu iSxpa toO TTapoti^aoO dviPn»»»’ (OTI hi Kol èniTTiftér)... Tieopéa oGvona aÙTif\’ k. t. X. (§ 32).

Imperocché una parte di loro (dei Focesi) si era rifugiata »i<ll’ ultime cime del Parnasso; e il verlire del Parnasso è atto a rflfcogliere molta ijente: oltredichò (prospettando la città di Neoiu) offre un asilo affatto sequestrato ed inaccessibile. Si (hiama Titorta.

Quando si dice, nel passo citato, che il vertice del Parnasso, cbiimato, secondo Erodoto, Titorea e la città di Neone si prospettavano, ’i deve intendere che si prospettavano dall’alto al basso. Si veggono, infatti, anche oggi sulla costiera parnassica, e ai piedi precisamente di lino dei più alti suoi pizzi, degli avanzi dì mura e di torri in mezxo airodìerna Velizia, generalmente attribuiti all’antica città di Neone: ma che meglio forse convengono alla città di Titorea, la quale, fecondo il racconto di Paiisania, prese nel progresso del temi)0 il posto dell’incendiata Neone. Pausania anzi dalla consonanza del nome della □ovn città con quello che di\ Erodoto al pizzo che la sovrasta, argomenta che tutta quella parte della costiera avesse il nome general» di Titorea; nome, che si sarebbe poi più particolarmente accentrato nella città suddetta. L’Ulricha, finalmente, osserva: che a lui non par troppo giusta la designazione anlnnomastica di ToO TTapvr|OaoO i’| Kopuip^ data da Erodoto a quella velia su cui si rifugiaiono i Focesi, dappoiché la vetta più sublime del Parnasso è indubitatamente quella generalmente conosciuta cui nome di Lirorea. E del rimanente, è già noto che il lungo giogo del Parnasso si distingua per diversi cacumi, du» dei quali maggiori e più elevati al cielo; onde esso ebbe dagli antichi il noma di bicipite.

Nel seguente Capo poi, Erodoto dice: che l’esercito

di Serae,