Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/30

Da Wikisource.

― 18 ―

indulgenza, se ora io vi vengo innanzi con una improvvisa mutazione di consiglio. Perchè dovete considerare che io da per me non posso sempre raggiungere, per quanto me ne sforzi, l’apice della prudenza; e che quelli, i quali vogliono tirarmi da una certa parte, non mi si scostano mai un momento dai fianchi. Udito poi che ebbi l’avviso di Artabano, mi sentii d’un tratto ribollire gli spiriti giovanili nell’anima, al punto di scagliargli contro disoneste parole, e tali che alla gravità della sua persona certamente non convenivano. Ma ora sconfesso il mio errore, e aderisco al parere di Artabano senza riserva. Sicché avendo io mutato interamente consiglio, e non pensando più di movere guerra alla Grecia, vi esorto a mantenervi tranquilli. E i Persiani, udite ch’ebbero queste parole, coll’animo pieno di gioia si prosternarono in terra.

14. Ma nella notte seguente apparve di bel nuovo a Serse nel sonno lo stesso fantasima, che se gli appressò e gli disse: figlio di Dario, tu hai in cospetto dei Persiani manifestamente disdetta l’impresa ellenica, non tenendo in nissunissimo conto le mie parole, come se da nessuno ti fossero state dette! Ma sappi bene che, se tu non ripiglierai immediatamente l’assunto, come in breve sei divenuto grande e potente, con altrettanta precipitazione ricadrai nel fondo.

15, Ora, Serse atterrito da questa visione, saltò giù frettoloso dal letto, e mandò un suo messo in cerca di Artabano. E venuto che questi fu, il re gli parlò in tal modo: Io in sulle primo non mi comportai davvero da savio, assalendoti con ingiuriose parole in ricambio dei buoni consigli che tu mi davi. Ma non tardai molto a