Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/337

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- 325 battaglia di Maratona per renderci degni dell’onore che ricliiediamo, e di molti altri ancora. Imperocché iti codesta battaglia ci trovammo soli a combattere con tutto l’esercito persiano, e uscimmo vittoriosi da tanta impresa, dopo avere atterrate e distrutte quarantasei nazioni nemiche (2). Ora, non basterebbe un fatto simile per meritarci il posto d’onore nell’ordine di battaglia? Ma non essendo questo il momento da disputare di gradi e di preminenze, assegnateci pure, o Lacedemoni, qualunque posto volete, e metteteci a fronte di chiunque volete, chò noi siamo pronti a obbedirvi. In qualsiasi punto ci avvenga di essere locati, cercheremo di condurci da bravi. Comandate, adunque, e noi (lo ripeto) vi obbediremo.

28. Questa fu però la risposta data dagli Ateniesi. In seguito alla quale, tutto il campo lacedemonico proclamò gli Ateniesi più degni degli Arcadi di tenere una delle due ali dell’esercito; onde gli Ateniesi conseguirono l’ambito onore a preferenza dei Tegeati. In appresso, le schiere elleDiche convenute fin da principio nel territorio Plateese, al pari di quelle che sopraggiunsero, furono disposte nell’ordine che son per dire. Diecimila Lacedemoni occupavano l’ala destra, di cui cinquemila erano Spartani, protetti da trentacinquemila Iloti, cioè, da sette Iloti per ciascun uomo. E prossimi a sé gli Spartani collocarono i Tegeati, per dimostrazione di meritato onore. I quali Tegeati erano mille e cinquecento uomini, tutti di grave armatura. Indi venivano cinquemila Corinti, i quali avevano impetrato da Pausania di avere vicini a sé trecento Potideati tratti dalla Pallene. E a questi facevan seguito seicento Orcomenì di Arcadia, poi tremila Siciont, poi ottocento Epi