Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/342

Da Wikisource.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

- 330 —

leva star più contento a quello solo che aveva proposto prima: ma che anche il suo fratello Àg-ia doveva essere accolto nella cittadinanza spartana alle medesime coadizioni di se medesimo.

34. Colle quali pretensioni Tisameao veniva ad imitare l’antico Melampo, se è lecito paragonare la dignità re?i» coi diritti cittadineschi. Imperocché, essendo le donne arR-ive state prese una volta da insano furore, g-li Argivi andarono a chiamare Melampo, in Pilo, affinchè, con pattuita mercede, liberasse le loro donne da quel malanno. Ed egli domandò per compenso la metà del regno. Ol^H gli Argivi dapprincipio rifiutano, e se ne partono: nn poi, essendosi fatta sempre maggiore l’insania di quelle donne, acconsentirono iti ultimo alle pretensioni di Melampo; e tornati da lui, gli ofiFrirono tutto quel che voleva. Ma egli allora (veduta la trasformazione degli animil aguzzò l’appetito, aumentò l’arroganza, e disse: che non avrebbe fatto ciò che si chiedeva da lui, se anche a suo fratello Biante mm si concedeva uua terza parte del regno (4). E gli Argivi, messi alle strette, cedettero un’altra volta.

35. Similmente gli Spartani acconsentirono a tutte 1 pretensioni di Tisameno, per il gran bisogno che ai vano di aggraduirselo. E posciachè ebbe ottenuto quanto voleva, questo Tisameno Eleo, divenuto Spartano, contribuì colla sua arte divinatoria a cinque grandi vittorie lacedemoniclie. E lui, e il suo fratello, furono i soli uomini al mondo che abbiano mai ottenuta la cittadinanza spa^ tana. Le cinque grandi vittorie poi, or ora menzionate, furono le seguenti. Prima, questa di Platea; seconda,

n