Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/351

Da Wikisource.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

-339 tano con magriifiche lodi, perchè in guerra non mai cedete del campo: ma, stretti e duri nelle ordinanze, rimanete sempre fermissimi al vostro posto, risoluti di vincere o di morire? Queste sono le parole; ma la verità è ben diversa. Che prima ancora che fosse venuto il momento di combattere, e di affrootarvi con noi, vi vedemmo abbandonare fuggenti il vostro posto, affidando il luogo del pericolo agli Ateniesi; mentre voialtri andavate a misurarvi ftoi nostri servi. Queste non sodo davvero cose da valorosi, e c’ingannò grandemente l’opinione che ci eravamo formata di voi. E laddove (sedotti dalla fama) aspettavamo che mandaste un vostro araldo a richiederci di risolvere la questione con un combattimento ristretto fra Persiaai e Lacedemoni soli (e noi ne eravamo contenti), niente affatto avverossi di tutto questo, e vi vedemmo invece fuggir di paura. Ma giacché Qon voleste voi fare pei primi quella proposta, ora la &cciam noi, e diciamo: Perchè non sarà, dunque, che Voi per gli Elleni (posto il primato che generalmente vi ascrivono), e noi per i Barbari, definiamo con un particolare combattimento questa contesa? Cbè se si vuole che anche gli altri popoli partecipino alla lotta, lo facciano dopo noi. Ma se non si vuole, e si presceglie che Persiani e Lacedemoni da se soli risolvano la quistione, affrettiamoci, dunque, d’ambe le parti all’invocato combattimento. E chiunque di noi vincerà, ei vincerà in nome di tutto l’esercito a cui appartiene.

49. Dopo avere così parlato, l’araldo si fermò ancora un poco: ma vedendo che nessuno gli rispondeva, esso se ne tornò addietro, e riportò a Mardonio quello che era accaduto. Allora Mardonio, lieto e imbaldanzito della sua