Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/356

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landò che Amomfareto non sarebbe alla fine rimasto indietro (come confermarono i fatti), se tutti gli altri Lacedemoni se ne andavano; dette il segnale della partenza, condn« cendo via tutto il resto dei suoi per le coste, e i Tegeati insieme. In quel mentre che gli Ateniesi in buon ordine se ne venivano per una strada diversa da quella dei Ls’ cedemoni: imperocché questi si tenevan serrati ai pendii e alle falde del Citerone per tema della cavalleria, e gli altri invece scendevano giù pel piano.

57. Amomfareto poi, il quale dapprincipio non pote4_ credere che Pausania avesse il coraggio di abbandonar! insisteva tuttavia perchè gli altri tornassero indietro e mantenessero gli antichi ordini. Ma quando vide che semji più si allontanavano insieme con Pausania, egli sei allora di essere abbandonato davvero: per lo che comandò ai suoi di prendere le armi, e di raggiungere con giusta marcia le altre genti lacedemoniche. Le qt però arrivate a una distanza di dieci stadi, si misero aspettare Amomfareto, accampate intorno al fiume Molo e nelle circostanze del luogo, detto, Argiopio, dove sor un tempio a Cerere Eleusina. E ciò fecero coll’intenzione di poter accorrere, bisognando, in aiuto di Amomfaret della sua gente, se essi persistevano a volere restare ìÌ dietro. Nell’atto! )0i che Amomfareto e gli altri Lacedemoni si ricongiungevano, tutta la cavalleria barbarica fu loro addosso; imperocché i cavalieri persiani seguitavano sempre il loro abituale esercizio; e avendo trovato vacuo il campo occupato nei giorni precedenti dai Greci, si spinsero avanti, e non appena ebbero raggiunto il u^ mico, lo investirono di gran forza.