Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/361

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renni con ciò a enumerare anche quelli di Pausania; siacchè eran comuni. E Mardonio fu ucciso nella mischia da Aimnesto, personaggio ragg-uardevole fra gli Spartani. Il quale, dopo un certo tempo trascorso dalle guerre mediche, si trovò un giorno, a Steniclero, a combattere eoa soli trecento uomini contro tutte le forze messeniche; e perirono tutti trecento col duce.

65. I Persiani poi, rotti e fugati dai Lacedemoni nei campi di Platea, si ritirarono in gran disordine ai loro alloggiamenti, e dentro al campo trincerato da essi già stabilito nel territorio di Tebe. Ma mi fa meraviglia nella battaglia plateese, che, essendosi combattuta presso al bosco di Cerere, non si vedesse mai alcun Persiano entrare cadere morto dentro al sacro recinto; ma la maggior parte dei loro cadaveri ingombrare invece il suolo profano che circonda il tempio. Onde io credo (per quanto è lecito all’uomo giudicare delle cose divine), che Cerere medesima rifiutasse di accoglierli, siccome autori delTincendio del suo tempio eleusino. Tale, adunque, qual dissi, fu l’esito della battaglia di Platea.

^■66. Ad Artabazo, figlio di Farnace, dispiacque fin da ^principio che il re avesse lasciato Mardonio come suo rappresentante in Europa; quindi fece molti, ma inutili, sforzi per distogliere Mardonio stesso dall’ideata i^erra alla Grecia: e infine, malcontento delle determinazioni prese da Mardonio, cercò di contrappcsarle in ({uesta maniera. Artabazo aveva il comando speciale di quarantamila uomini (numero rispettabile di combattenti); 1) al primo rompersi della battaglia di Platea, egli pure (che indovinava perfettamente l’esito probabile delle cose)